(a cura di Danilo D’Ignazi)
Sul Monte Cervia
Siamo all’interno della Riserva Naturale del Monte Navegna e Monte Cervia. Da Paganico possiamo raggiungere la vetta almeno per 3 antichi sentieri:
I SCALUNI – Il più diretto, si inerpica per la parete rocciosa che affaccia a nord-ovest e sovrasta il paese.
JOVETU – il più lungo, la vecchia strada comunale Paganico- Ascrea – Marcetelli – Collegiove che percorre le gole dell’Ovito e si inerpica verso i castagneti risalendo la montagna nel versante nord.
LOBBERA – il più agevole, risale la montagna inerpicandosi nel versante sud-est. Il primo tratto dell’originario sentiero è ostruito e sostituito dalla recente strada sterrata Monte Cervia che lo raggiunge di nuovo in località “Lobbera”
Tutti i sentieri descritti sono stati recentemente marcati e opportunamente segnalati dalla Riserva Naturale Monte Navegna Monte Cervia.
SCALUNI
Dall’impianto sportivo Comunale, dopo circa 100 mt, si imbocca a sinistra risalendo all’interno della Pineta. Il sentiero taglia trasversalmente la pineta stessa fino a giungere a ridosso del ripido versante occidentale della montagna. Sale ancora ripidamente e giunti alla località denominata “Scaluni” si può godere di un panorama spettacolare sul lago del Turano. Il percorso culmina in prossimità della cresta del Cervia, nel massiccio denominato “Occalubberu”. Da quel punto si può raggiungere la vetta risalendo il crinale in direzione sud.
JOVETU (si veda apposita scheda Itinerario Ovito).
LOBBERA
Dalla località “San Giorgio” percorrendo Via Monte Cervia, si imbocca una sterrata realizzata negli anni ’80 fino a giungere in località “Lobbera” 900 mt circa. Quasi al temine della sterrata, dopo una accentuata curva a sinistra, la strada diventa pianeggiante e prima di uno spazio di manovra, c’è un cartello che indica il ricongiungimento con il vecchio sentiero che conduce in località “Caocese” (1000 mt. Circa). In questa località, negli anni ’50 il comune di Paganico realizzò dei bacini di raccolta delle acque piovane, e relativi fontanili, finalizzati all’abbevera delle greggi – allora molto numerose, anche se transumanti – in mancanza di acque sorgive in quota. Il tratto di strada descritto sopra, può essere fatto anche attraverso l’antico sentiero che dall’impianto sportivo, costeggiando la pineta, sale fino alla località “Lobbera” (poche decine di metri al di sopra della sterrata), anche se in alcuni tratti è purtroppo ancora quasi completamente ostruito. Dalla località “Lobbera” alla località “ Caocese” il sentiero attraversa un pendio ricoperto di ginestre prima di immettersi nel bosco e di deviare in direzione nord-ovest. Al termine di questo tratto si esce dal bosco e si arriva al di sotto di un enorme vasca di raccolta dell’Acqua piovana costruita negli anni ’50 per servire il bestiame che veniva lasciato al pascolo.
Da qui (punto 2 della cartina) si possono percorrere due vie per la vetta del Cervia.
1) Le Pratarella – Dal bacino di raccolta si può imboccare in direzione nord-ovest un sentiero che taglia trasversalmente, in leggera salita, il versante della montagna fino a giungere nei pressi di “Occalubbero”, da dove c’è un ampia veduta panoramica sul lago del Turano. Da qui si risale verso la cresta, e, percorrendo la stessa in direzione sud, si arriva sulla “Vetta”.
2) Val Cupa – Dal bacino di raccolta si può imboccare, in direzione sud, un sentiero che addentrandosi all’interno di “Val Cupa”, per il bosco, sbuca al di sotto della Vetta, verso la quale si risalire per un ripido pendio. Più breve ma più faticoso del primo.
LA VETTA
Dalla Vetta (1438 mt) un panorama a 360 gradi da dove si scorge il Terminillo, il Gran Sasso, il Velino e tutto il territorio circostante con la vista di alcuni borghi medievali arroccati su speroni rocciosi o adagiati tra i boschi (si dice che in giornate particolarmente luminose si possono cogliere i riflessi del “Cupolone” e delle carrozze della linea ferroviaria Roma-Firenze).