Le sorgenti
Il versante sud-occidentale del Cervia è ricco di piccole fonti e sorgenti, quasi tutte ubicate in prossimità o a ridosso del sentiero. Un percorso antichissimo ricongiunge la sorgenti “Acqua Corona”, “Fonte Palombo” e “Fonte Caragno”. Da Paganico Sabino si imbocca un sentiero panoramico che dalla località “San Giorgio” (Via Monte Cervia) si snoda in direzione sud. A poche decine di metri dall’abitato, alla biforcazione del sentiero si prosegue a destra (sulla sinistra si va verso le grotte).
Curiosità – Sul sentiero, a destra, prima di giungere all’Acqua Corona si trova un masso dove la leggenda dice che vi siano le impronte di mani e ginocchia di San Berardino.
Si scende di quota fino a giungere alla sorgente “Acqua Corona”. Vi è una captazione che alimenta la borgata “Crugnaletta” e subito dopo un piccolo fontanile da dove sgorga acqua freschissima. Più avanti il sentiero giunge alla confluenza con la S.P. Turanense al km 32,800 ed inizia a risalire sempre in direzione sud. A circa 500 mt. Incontriamo “Fonte Palombo” (Fonte “Palummu”).
Acqua dalle proprietà curative – E’ quella della sorgente di Fonte Palombo conosciuta da tempo immemorabile e da sempre ritenuta “leggera”, diuretica e, secondo tante testimonianze, in grado di abbassare la pressione arteriosa. Un’analisi clinica orientativa dell’acqua, condotta a suo tempo (1993) mostrò risultati interessanti che lasciavano prospettare – salvo, ovviamente approfondimenti clinici e microbiologici – che l’acqua potesse avere effetti diuretici e favorire i processi digestivi. Su tali basi, il Comune di Paganico elaborò negli anni ‘90 un ambizioso progetto di “Parco Termale” nell’ambito dei programmi regionali di “Valorizzazione del Turismo Montano”, successivamente abbandonato. Nel frattempo sono stati fatti piccoli interventi di risistemazione del sito (mostra della fonte, strada di accesso, cartelli indicatori) con lo scopo di rendere la sua amenità naturalistica meglio fruibile dai visitatori, ma su quella porzione di sentiero e sulla sorgente sono necessari ulteriori interventi per renderli di nuovo fruibili.
Il sentiero prosegue fino a ricongiungersi con quello proveniente dalle grotte (l’ultimo tratto prima del ricongiungimento è al momento quasi totalmente ostruito) e prosegue fino ad immettersi in territorio di Collegiove dopo aver superato la sorgente di “Fonte Caragno”, posta qualche decina di metri al di sotto dello stesso.
Lungo il sentiero sono visibili tracce di coltivazioni agricole tradizionali per la maggior parte abbandonate da anni e particolari opere di contenimento del suolo e secolari muri (macere) a secco. E’ di facile percorrenza e dai 720 mt. di Paganico Sabino scende fino ai 550 mt. circa della S.P. Turanense, per poi risalire fino a quota 700 mt. circa, prima di immettersi nel territorio di Collegiove.
(a cura di Danilo D’Ignazi)