Gole dell’ovito
Siamo all’interno della Riserva Naturale del Monte Navegna e Monte Cervia. Dalla Chiesa dell’Annunziata si imbocca un antichissimo sentiero (antica strada comunale Paganico – Ascrea – Marcetelli – Collegiove) che ridiscende nella gola dell’Obito tra i Monti Cervia e Filone. Dopo poche centinaia di metri si incontra la “Mola” e la sorgente “Fonte della Signora”.
Il sentiero attraversa il fosso dell’Obito su un antichissimo ponte “ponticchiu a pèé” e poi risale all’interno della gola superando un secondo ponte (ponticchiu a Capu). In prossimità del punto più impervio della gola, in alto sull’impervia parete si trova “U Niu e l’Aquila”, dove fino agli anni ’50 si hanno tracce dello splendido rapace. Il sentiero prosegue in salita fino a giungere in località “Carecarone” ai margini del castagneto. Da li si biforca.
Un ramo risale fino a Fonte Pietrafinola (i cosiddetti “Trocchi” – 980 mt. circa) e consente di continuare verso Collegiove o salire invetta. L’altro ramo costeggia il corso d’acqua solca di nuovo il castgneto di Ascrea e consente di raggiungere Marcetelli.
Da Fonte Pietrafinola (i Trocchi) invece, risalendo per circa un centinaio di metri, si imbocca il “Tratturu nmezzu” che ci conduce sulla cresta del Cervia in località “Occalubbero”, da dove ci si può ricongiungere al sentiero che porta sulla vetta della Montagna e che consente anche di ridiscende nel versante sud-est verso i “Puzzi” (punto 2 nella carta) in località “Caocese”.
Curiosità – L’Obito, o Ovito, in dialetto paganichese “Jovetu” è un orrido che si apre tra il Monte Cevia (1438 mt) ed il Monte Filone, della catena del Monte Navegna(1508 mt.), un profondo canion il cui nome forse trae origine dalle vicende della transumanza. Inoltre antiche leggende narrano di quel posto: <<… gola che si dice, prende il suo lugubre nome da una strage compiuta all’epoca delle invasioni saracene … Mentre gli armati passavano laggiù tranquilli e sicuri, i montanari cominciarono a rotolare … enormi massi che schiacciarono la più gran parte di quegli uomini>>. In alto, sulle rocce a picco del versante del Cervia (Occalubbero), quasi in corrispondenza del primo ponte che si incontra nel ridiscendere il sentiero, si trova “u niu ell’aquila”, toponimo che trae origine dalla presenza di una coppia di questi rapaci che nidificava in questo luogo fino alla metà del 1900.
In questa importante area, storicamente produttrice di legname, carbone e di castagne, vitali nel passato per la sopravvivenza delle popolazioni, nel 1559 venne formalizzata una linea di demarcazione tra i possedimenti di Ascrea e quelli di Paganico tramite un accordo tra Francesco Mareri e Crisotoforo Savelli. (si veda PAGANICO “IDENTITA’ E STORIA DI UN PAESE NELLA VALLE DEL TURANO” di Dimitri Affri)
GIUSEPPE DI FRANCO “Mappa Topografica del territorio di Mirandella” marzo 1887 ROMA, ASR, BG Serie II, b.319
(a cura di Danilo D’Ignazi)